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ALL'AVANGUARDIA IN ITALIA NEGLI ANNI '50 PER IL PRET A PORTER.
Il termine prêt-à-porter è entrato nel vocabolario della moda alla fine degli anni Quaranta, quando i francesi incominciarono a utilizzarlo per tradurre il termine ready-to-wear coniato negli Stati Uniti. Il linguaggio della moda faceva così trapelare l'influenza del processo di americanizzazione che stava investendo l'Europa, dimostrandole che l'equazione moda = élite apparteneva al passato. Il ready-to-wear era una moda creata appositamente per la società di massa di un Paese - gli Stati Uniti - che rappresentava un modello di democrazia e di benessere. Anche il lessico della moda italiana si aggiornò introducendo due nuove categorie di prodotti: la moda boutique e l'Alta Moda pronta.
Lorenzo Gervasi dopo aver lavorato nel 1915 in alcune prestigiose sartorie di Napoli (si trovava lì come sfollato del dopo terremoto di Messina) decide di tornare nella sua città natale in fase di ricostruzione e apre una piccola sartoria per uomo . I clienti sono soprattutto gente di passaggio scesa dalle navi mercantili e passeggeri del vicino porto. Tutta gente che ha necessità di un vestito o di un cappotto ma ha poco tempo a disposizione perchè le navi ripartono dopo tre o quattro giorni. Quindi la necessità di preparare abiti su misura di qualità ma soprattutto in tempi rapidi. Negli anni a seguire organizza la sua sartoria, in via I° settembre a Messina. Un laboratorio conosciuto per eseguire vestiti in pochi giorni per qualsiasi taglia e con una varietà di tessuti alla moda. La sartoria arriva ad avere quasi 100 lavoranti donne che riescono a cucire un vestito in poche ore. Negli anni '50 i tempi sono maturi , l'Italia è alle soglie della ripresa economica dopo la disastrosa guerra mondiale, e quindi decide insieme ai suoi 11 figli di costruire una fabbrica per la produzione in serie di moda pronta per uomo da distribuire press0 la catena dei propri negozi e quelli affiliati in tutto il sud Italia. Gervasi Messina.
.Le origini dell'abito preconfezionato. Tentativi di definizione di un concetto
(Primi esempi di produzione di abiti pronti; La nascita dell'industria
dell'abbigliamento in serie. Considerazioni di carattere generale; Le
origini della confezione industriale in Italia)
All'ombra di boutique e alta moda cresce l'industria dell'abito pronto
(La spinta dell'industria tessile; La "rivoluzione" dei modelli di
consumo; L'esperienza confezionista delle industrie tessili;
L'atteggiamento della grande distribuzione: La Rinascente e il caso
Apem; L'evoluzione del settore tra carenze terminologiche e statistiche;
L'autonomia del settore industriale dalla produzione artigianale:
l'Aiia; La nascita della moda italiana: i successi internazionali di
alta moda e moda boutique; L'Ente Italiano della Moda; Sulla direttrice
Torino-Milano si rafforza l'industria del tessile/abbigliamento: i
saloni-mercato)
Dalle difficoltà dell'alta moda e della grande industria confezionista
nasce il secondo livello della moda italiana: gli anni Sessanta e
Settanta
(Si consolida l'andamento positivo di fine anni Cinquanta; La difficile
congiuntura del biennio 1963-64; La "democrazia del lusso".
Massificazione della moda e mutamento della struttura dei consumi; Dalla
pianificazione al coordinamento. È ormai una priorità la realizzazione
di un vero sistema della moda; La geografia della moda: il problema
delle manifestazioni di moda in Italia; Il declino di Palazzo Pitti
lascia spazio a nuove iniziative; La ristrutturazione della grande
industria confezionista. Il consolidamento della leadership italiana)
Indice dei nomi e delle aziende.
